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11 Dic

Q&A di chiarimento sul D.lgs. n. 24/2023 riguardante il whistleblowing

Il 30 marzo 2023 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 24 riguardante il tema whistleblowing. L’espressione whistleblowing si riferisce alla divulgazione da parte di un soggetto, noto come “segnalante” (o “whistleblower” in inglese), di un atto illecito commesso all’interno della società/ente di appartenenza, di cui egli stesso è stato testimone durante lo svolgimento delle proprie funzioni.

In tema di adeguata protezione del whistleblower, a seguito dell’approvazione e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del d.lgs. n. 24/2023 è stata data attuazione alla Direttiva UE n. 1937/2019 (c.d. “Direttiva Whistleblowing”), con lo scopo di prevenire comportamenti scorretti e implementare dei canali di segnalazione che consentano di tutelare i segnalanti da eventuali ritorsioni, aiutandoli a denunciare (anche anonimamente) gli eventuali atti illeciti o irregolari.

Al fine di meglio chiarire gli aspetti significativi della norma, riportiamo qui di seguito una serie di Q&A di chiarimento.

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Segnalatori e nuovi obblighi di comunicazione

Il decreto fiscale collegato all’ultima legge di bilancio, approvato nel mese di dicembre, impone alcune riflessioni sui rapporti con i cosiddetti segnalatori.

È noto che la pratica della segnalazione, a compagnie e intermediari, di potenziali clienti da parte di soggetti che non rivestono la qualifica di distributori assicurativi – e purtuttavia dispongono con regolarità di nominativi di soggetti interessati a stipulare contratti di assicurazione – oltre ad assurgere negli anni a vera e propria fonte collaterale di raccolta di affari, ha ricevuto nel 2006 un primo riconoscimento fattuale dall’ISVAP, che nella serie inaugurale delle “FAQ Intermediari” precisava che l’attività di segnalazione di nominativi all’intermediario, allora già diffusa, “non è riconducibile alla nozione di attività di intermediazione, salvo che essa non si sostanzi anche in un’attività di assistenza o consulenza finalizzate alla presentazione o proposta di contratti ai clienti segnalati e comporti la percezione di un compenso”, escludendo così la necessità di iscrizione del segnalatore nel Registro Unico.

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